Una delle caratteristiche della tecnologia è che uno stesso strumento può essere usato in modi e per scopi diversi. Non succede solo con i computer, anche una semplice chiave esagonale che dovrebbe servire per avvitare o svitare può essere usata in altri modi meno ortodossi. Questo però non significa che tutti gli strumenti tecnologici abbiano usi diversi ma solo che, alcuni di essi, possono averli.
Prendiamo, ad esempio, i sistemi di riconoscimento facciale, vale a dire quelli che acquisiscono una o più immagini del viso di una persona e inviano quei dati a un computer sul quale poi un programma li analizza. Questo genere di tecnologia negli ultimi anni ha avuto un notevole sviluppo, soprattutto collegato ai sistemi di controllo dei luoghi pubblici o, esattamente al contrario, di quelli assolutamente privati.
Un sistema che registra una faccia sarebbe inutile senza un archivio e un programma per confrontare il risultato della rilevazione con altri dati già acquisiti. Questo genere di archivi esistono già, da molto tempo, in tutto il mondo. Negli Stati Uniti si stima che contengano i dati riguardanti circa 117 milioni di persone [1], anche in Italia esiste un archivio delle foto inserite nelle patenti di guida, che sono più di 36 milioni. Ma questi sono solo numeri stimati per difetto. Per esempio, l’archivio del FBI contiene poche decine di milioni di immagini ma i suoi agenti possono accedere, con diverse modalità, agli archivi del Dipartimento di Stato, dell’Ufficio che rilascia i passaporti, del Ministero della Difesa, e degli Stati che hanno archivi basati su sistemi di ricognizione facciale. Si stima che l’insieme di questi contengano ben412 milioni di immagini appartenenti ad americani e stranieri [2]. Va ricordato che questo genere di strumenti non sono certo infallibili se quello degli agenti federali statunitensi ha una percentuale di errore del 20% [3].
Come accade sempre, accanto all’aumento dell’invasività delle tecnologie di sorveglianza si sono sviluppati diversi sistemi per contrastare i mille occhi che ci osservano ogni volta che usciamo di casa. Le tecniche di “offuscamento” dei sistemi di ricognizione facciale sviluppate negli ultimi anni si sono rivolte soprattutto alla modifica grafica delle immagini pubblicate su Internet, per cui in questi anni abbiamo visto foto e filmati con le facce trasformate in una poltiglia di pixel colorati, sfuocate o coperte con toppe alla buona. Sistemi del genere sono, nella maggior parte, dei casi inutili, sia perché spesso esistono ancora gli originali non modificati, sia perché le tecniche più recenti permettono di risalire da una immagine “offuscata” a quella originale [4].
D’altra parte l’utilizzare sistemi individuali artigianali per disturbare le telecamere [5] rende, paradossalmente, le persone che li provano ancora più facilmente riconoscibili.
Questi sistemi di controllo biometrico sono, per ovvie ragioni, i migliori amici dei governi dittatoriali e non solo di quelli, e andrebbero considerati come delle vere e proprie armi puntate contro tutta la società. Oltretutto vengono ormai usati davvero nei posti meno probabili e per i compiti più disparati.
A marzo la BBC ha pubblicato una notizia all’apparenza esilarante: per risparmiare sui costi di gestione, nei gabinetti del “Tempio del Cielo” di Pechino hanno installato un distributore di carta igienica basato su un sistema di ricognizione facciale [6]. La scorsa settimana in una pizzeria di Oslo qualcuno ha fotografato uno schermo [7], di quelli che visualizzano la pubblicità, che mostrava qualcosa di molto simile ai dati di un programma usato per riconoscere sesso, età e tempo di attenzione che i clienti dedicavano a quello che compariva sul video.
Anche questi ultimi due esempi sono sicuramente un ulteriore ragione per combattere uno dei più invasivi e pericolosi strumenti di controllo moderni.
Pepsy
Riferimenti
[1] https://www.engadget.com/2016/10/19/cops-facial-recognition-database-half-us-adults/
[2] http://www.gao.gov/assets/680/677098.pdf
[3] https://www.techdirt.com/articles/20140414/16045126909/fbis-facial-recognition-database-combines-lo-res-photos-with-zero-civil-liberties-considerations.shtml
[4] R. McPherson, R. Shokri, Vitaly Shmatikov, “Defeating Image Obfuscation with Deep Learning”, 2016
[5] http://www.survivopedia.com/6-ways-to-defeat-facial-recognition/
[6] https://www.washingtonpost.com/news/morning-mix/wp/2017/03/21/china-uses-facial-recognition-software-to-crack-down-on-toilet-paper-theft/
[7] https://twitter.com/GambleLee/status/862307447276544000